Stemma dei Santacroce di Barletta nella Chiesa Marice di Laureana di Borrello
Il primo di cui abbiamo notizia è il barone don Nicola Santacroce di Barletta , cavaliere dell’Ordine della Stella (1), deceduto il 17 giugno 1385.
«In Calabria, essa [la famiglia Barletta] è antichissima e trae origine da un certo Raone Santacroce di Barletta ; i suoi membri si diffusero ed ebbero fortuna sotto gli Angioini; Filippo fu Cavaliere di Carlo I d’Angiò, Guglielmo fu vicerè in Abruzzo, Giovanni Filippo nel 1338 fu creato capitano generale da Roberto d’Angiò». (2)
«Per lungo tempo durò anche la potenza di Nicolò Santacroce di Barletta, fautore e simpatizzante degli Angioini, che sposò D. Caterina Fazzari, e che morì a Borrello nel 1385. Egli era
Cavaliere dell’Ordine della Stella, istituito in Sicilia nel secolo XIII.
I suoi discendenti vengono così elencati: a Nicolò successe il figlio Masetto, a questi suo figlio Lottario Tommaso, a questi Gaspare, a questi Agazio, a questi Bernardo ed a questi un altro Bernardo . Costoro ebbero altri suffeudi fuori del territorio di Borrello, come a Castelmonardo, Rocca di Montoro, Panaja, ecc., che tennero sino al 1535». (3)
«Il corpo del Santacroce [Nicolò] venne sepolto in una cappella della chiesa
Lastra tombale di Nicola Santacroce di Barletta
parrocchiale, su cui i familiari deposero una pregevole lapide di marmo bianco, che raffigura un guerriero armato di corazza e lancia. Questa lapide, dopo il terremoto del 1783, venne trasferita a Laureana. […] [Domenico] Martire era riuscito a rovistare tra i documenti della famiglia Santacroce, e questi documenti li riporta nel libro “Calabria sacra e profana” […];
da tale manoscritto, restituito all’Archivio di Stato di Cosenza, noi possiamo rilevare che “in Borrello… recane meraviglia certa statua [lapide]… d’un tale Nicolò Barletta con tale iscrizione: Hic jacet corpus nobilis viri Nicolai de Castello Barulo, vir D. Catherinae Fazzari, Anno D.ni 1385 die 17 mensis Junii – Cuius anima requiescat in pace. Amen ” (D. Martire, Calabria Sacra e Profana, II-I-f. 274)». (4).
I Barletta sono citati tra le famiglie nobili di Arena in un documento del 1551 (5). Nel 1569, in Borrello è granettiere D. Cesare Barletta. Nel 1712 la famiglia è giuspatrona dell’Altare di S. Antonio Abate nella Chiesa Parrocchiale di S. Nicola. È visitatore vescovile il V.S. Dr. D. Maurizio Santacroce di Barletta (6).
Sappiamo inoltre che a metà ‘700 i Santacroce di Barletta amministravano, oltre ai loro cospicui beni, l’ancor più cospicuo patrimonio della Badia della SS. Trinità e della Mensa Vescovile di Mileto (7).
«A proposito del nome della famiglia, G.B. Marzano in “ Intorno a un monumento sepolcrale” ovvero “Notizie sulla famiglia Santacroce di Barletta” (Giornale Araldico Genealogico, Pisa 1888) così si esprimeva: “…non dobbiamo passare sotto silenzio che i signori di questa famiglia sono nominati nelle storie e nelle antiche scritture, or col solo cognome di Santacroce, ora con quello di Barletta, ora in fine con quello di Santacroce di Barletta…”. In realtà per il ramo di Borrello… il 18 novembre 1757 Nicola Barletta ottenne decreto della Gran Corte vicaria per la riassunzione del cognome originario, da tempo dismesso dalla famiglia. Stipite antico della famiglia si vuole sia stato un Raone, signore di un castello detto Santa Croce e di Casalbarico in Terra di Lavoro: da lui trarrebbero origine i Santacroce di Napoli, di Roma e di Sicilia. Non si sa esattamente quando costoro si stanziarono in Calabria e chi di loro per primo si stabilì in San Marco Argentario, ma furon certamente presenti in Borrello già nei primi anni del secolo XIV dove ebbero ab antiquo cospicuo palazzo e fin dal tempo di Roberto d’Angiò furono signori del feudo Ammirato sito in territorio di Roccangitola cui dal maggio del 1512 si aggiunse il feudo di Strofolia o Donna Cecilia, e da Borrello si diffusero in Monteleone, in Tropea, in Gerace, e da qui in Gioiosa – dove possedettero in territorio di Grotteria e Siderno il feudo Pirgo e Melonghi – in Candidoni, in Laureana e in Pizzo, città e cittadine tutte ove godettero gli onori della nobiltà. […] La indiscussa antica nobiltà dei Santacroce trovò formale conferma nell’iscrizione della famiglia al Registro detto dei Feudatari disposta il 23 agosto del 1802 dal Supremo Tribunale Conservatore della Nobiltà del Regno, su richiesta di Gerolamo Santacroce di Barletta …» (8).