I D’Antona

Probabilmente di antica origine veneta, ovvero proveniente da Norcia e ramo dei conti Attoni, fioriti sul principio del secolo XV, illustrati da un Benedetto, vescovo di Assisi nel 1437, da un conte Jacobo, Capitano delle Armi di Todi e nel 1410 podestà di Firenze e da un Frà Claudio, Cavaliere gerosolimitano, Commendatario di S. Giacomo di Norcia e Priore di S. Croce in Pescara nel 1424. Diramatasi in Sicilia, la famiglia è presente, certamente fin dalla metà del secolo XVII, nel Catanzarese e precisamente in Acquaro di Arena, ove possedeva il suffeudo di Galiano seu Biamonte; nel 1727 stipulò gli atti fondazionali per l’erezione di una Chiesa, finitima al suo palazzo gentilizio, da dedicare alla Beatissima Vergine Addolorata sive della Pietà e fu titolare di varii giuspatronati laici, tra i quali quello di S. Martino per successione d’Urso. L’U.J.D don Mario d’Antoni è nel 1727 canonico della Cattedrale di Nicotera. Nel marzo 1765 per rogito del notaio Andrea Imeneo da Acquaro (in sottosez. archivio di stato di Vibo Valentia) venivano stipulati i capitoli matrimoniali per le contraende nozze tra donna Doristella d’Antoni, figlia del “Signor Pietro d’Antina, nobile della terra d’Acquaro d’Arena” e il “M.co don Alfonso Macedonio, nobile della città di Cinquefrondi”. La famiglia contrasse alleanze con i d’Urso, i Tropea, i Galati, i Rascaglia e i menzionati Macedonio.

Arma: di rosso a cinque monti d’oro dai quali esce una torre d’argento»
(Immagine tratta da: F. Von Lobstein, Settecento calabrese vol. I pagg. 263 – 264).
Nel 1761 era barone di Galiano seu Biamonte D. Pietro d’Antona, che aveva ereditato il feudo dal padre D. Domenico, morto il 17-12-1760.
(G. Crocenti, La valle del Marepotamo, Ursini editore, pag. 202)